Ecco alcune nozioni per capire meglio di cosa si tratta:
JUDO GIOCANDO
Per bambini dai 3 ai 6 anni
Il bambino, in età prescolare, conosce la realtà esterna principalmente attraverso il
movimento. Infatti, fin dalla nascita, sono il corpo e le sue capacità di muoversi,
afferrare, lanciare, strisciare, rotolare, andare in quadrupedia, camminare… che gli
permettono di entrare in contatto con il mondo degli oggetti e con le altre persone.
Procedendo in modo concreto, passo dopo passo, costruisce il proprio pensiero e la
propria individualità, vivendo attivamente le conoscenze.
L’attività motoria, quindi, non ricopre un ruolo secondario nella vita del bambino, ma
deve divenire elemento fondante dell’esperienza esistenziale di ogni individuo, tassello
indispensabile per apprendimenti e conquiste cognitive superiori, fondamentali per il
futuro inserimento alla scuola primaria. Chang e Etnier (2009) affermano che entro i sei
anni il bambino raggiunge il potenziale di un adulto e che le strutture neurofisiologiche
maturano attraverso l’esperienza motoria. Quest’ultima, quindi, stimola l’accrescimento
delle strutture cerebrali preposte alle funzioni cognitive superiori, le stesse strutture
implicate nella scrittura, nella lettura e nel calcolo. Incentivare il bambino a muoversi,
attraverso una proposta educativa “su misura”, quindi, non significa solo offrirgli
esperienze di movimento ma soprattutto incrementare la sua crescita intellettiva.
L’uomo è un essere in divenire: nasce carico di potenzialità che, solo attraverso le
stimolazioni sensoriali e le opportunità motorie offerte dall’ambiente, diventeranno
capacità. Il cervello, non ancora del tutto sviluppato alla nascita, completa la sua
maturazione corticale entro i sei anni di vita, momento in cui le funzioni cerebrali
raggiungono (o dovrebbero raggiungere) il livello più raffinato e sofisticato di sviluppo.
Il progetto JudoGiocando si fonda sul presupposto che attraverso opportunità di
movimento e di sperimentazione del proprio corpo vengono offerte possibilità di
trasformare e incentivare lo sviluppo intellettivo di ogni bambino.
Il progetto prevede di fare dei test semestrali sia fisici che cognitivi con l’aiuto di pedagogisti per valutare il progredire del gruppo ed in particolare la crescita effettiva di ogni singolo bambino,
OBIETTIVI
Il progetto JudoGiocando rivolge la propria attenzione non soltanto allo sviluppo
motorio ma anche a quello intellettivo con l’obiettivo di incentivare l’aumento dei
prerequisiti neuro-motori funzionali all’acquisizioni di competenze strumentali
didattiche. Ad esempio la scrittura, che sembrerebbe una funzione prettamente
cognitiva, è a tutti gli effetti un atto motorio che dipende dalla completa maturazione
neuro-senso-motoria e per questo richiede: controllo di capo e spalle, convergenza
visiva, dominanza emisferica, corretta presa di mano, coordinazione occhio-mano…
Le attività proposte prevedono una serie di strategie ludiche ed educative per arrivare a
eseguire in maniera quantitativamente e qualitativamente crescente cinque esercizi di
base:
1. rotolamento
2. striscio
3. corsa
4. capovolta
5. prensioni di forza e brachiazioni.
L’opportunità di ripetere costantemente questi esercizi, con una frequenza, una durata e
un’intensità sempre maggiori, permette di costruire “un’immagine mentale” del
movimento, o schema motorio, che in seguito sarà appreso ed eseguito
automaticamente. Attraverso questi esercizi avviene una stimolazione sensoriale che, a
livello sottocorticale, produce una riorganizzazione delle connessioni sinaptiche di aree
comuni adibite a funzioni diverse.
In allegato sono spiegati in maniera dettagliata gli esercizi di base e le capacità
neuropsicologiche specifiche impiegate e sviluppate da ciascun esercizio.
Allegato 1:
“Gli esercizi di base del progetto JudoGiocando”
IL ROTOLAMENTO
Il rotolamento è il passaggio da una posizione prona, passando per quella su un fianco, e
raggiungendo quella supina, dopodiché si riesegue la sequenza a ritroso, da supino, sul
fianco e poi prono (posizione iniziale). Il rotolamento rappresenta un movimento di
massa eseguito lungo l’asse corporeo, comporta pochissima attività antigravitaria e poco
equilibrio, essendo la superficie di appoggio estremamente vasta ed il baricentro
mantenuto nel punto più basso possibile.
Nell’esecuzione del rotolamento la maggiore difficoltà che viene riscontrata nei bambini
è l’abilità a seguire una determinata direzione nello spazio. Infatti, la difficoltà sta
nell’impossibilità di mantenere un orientamento nello spazio e una direzione
nell’avanzamento, essendo difficile dare continuità alle mire visive.
Il rotolamento è propedeutico alle capriole e permette un significativo miglioramento di:
– movimento oculare esplorativo sul piano orizzontale;
– propriocezione;
– la sensorialità tattile,
– postura;
– equilibrio,
– controllo postura,
– tono muscolare generale.
LO STRISCIAMENTO
La fase preparatoria allo striscio, il bambino in posizione prona, porta le braccia, con
avambracci flessi, vicino al tronco le mani sono posizionate a livello delle spalle,
lievemente più esterne, mentre le gambe sono leggermente flesse. Nell’esecuzione dello
schema dello striscio il bambino esegue lo spostamento in avanti coordinando in modo
crociato gli arti superiori con quelli inferiori: braccio sinistro flesso in avanti e gamba
destra flessa con ginocchio posizionato esternamente compiono un movimento in
avanti, ora con braccio destro e gamba sinistra.
La resistenza sul corpo creata dalla superficie piana dove si sta svolgendo lo
strisciamento, offre stimolazioni tattili lungo il corpo, attiva una serie di forze che il
soggetto deve utilizzare, deve organizzare i movimenti in schema crociato se vuole
spostarsi in avanti. Oltre che mobilità degli arti anche della colonna vertebrale attiva che
permette al bambino di spingersi in avanti in posizione prona utilizzando le braccia e le
gambe. La visione viene sollecitata a organizzare sul piano orizzontale i due occhi, i
movimenti e diventa uno stimolo sensoriale su tutto il corpo, richiamando sempre ad un
atto motorio intenzionale.
I risultati più interessanti ottenuti attraverso la stimolazione offerta dall’esercizio dello
strisciamento sono:
– miglior il controllo del capo e la sua rotazione,
– differenziazione dell’attività muscolare del tronco,
– facilita l’attività differenziata degli arti inferiori,
– stimolo sensoriale (tatto) su tutto il corpo,
– stimolazione visiva,
– miglioramento del linguaggio,
– miglioramento dell’attenzione al compito,
– maturazione o recupero dominanza emisferica,
– progresso della convergenza visiva,
– miglioramento del coordinamento occhio-umano,
– perfezionamento del cammino.
– miglioramento della corsa in schema crociato,
– aumento di tono muscolare (lettura e scrittura),
– raggiungimento del coordinamento motorio di base,
Se viene eseguito correttamente lo striscio permette il raggiungimento veloce del
coordinamento motorio necessario allo svolgimento delle normali attività fisiche. La
corsa scoordinata è uno dei segnali del mancato raggiungimento di un buono sviluppo
motorio.
LE CAPOVOLTE
La capovolta è uno sbilanciamento del corpo in avanti, con conseguente rotolamento sui
segmenti corporei: nuca, parte alta del dorso, zona lombare, bacino, segue il
ricomponimento degli arti e del corpo e ritorno nella posizione iniziale.
Poiché la capovolta nasce da una perdita di equilibrio del corpo, ovviamente controllata,
si può insegnare tale schema attraverso procedimenti graduali, da seduti, in ginocchio,
da un tappetino rialzato e infine in piedi. Questo tipo di gradualità permette al bambino
di acquisire il controllo del gesto, del proprio corpo e dei propri movimenti, fino a
comprendere l’esatta esecuzione.
È proprio la perdita di posizione e la conquista di una nuova che permette al bambino di
controllare il proprio corpo.
La capovolta risulta utile per i seguenti scopi:
– aumento equilibrio,
– favorisce la sensorialità tattile,
– aumento dell’orientamento nello spazio,
– miglioramento del coordinamento motorio,
– miglioramento della postura,
– aumento tono muscolare,
– miglioramento del cammino,
– apprendimento o miglioramento della corsa in schema crociato,
– miglioramento dell’uso della visione,
– incremento della motilità esplorativa oculare,
– acquisizione dell’indipendenza oculare,
– esperienza tattile sul corpo.
LA CORSA IN SCHEMA CROCIATO
La corsa è un’attività motoria superiore, in quanto richiede al bambino l’attivazione di
schemi senso-motori più elaborati, dal punto di vista della sequenzialità e della velocità
delle azioni.
La corsa in schema crociato consiste in un complesso di movimenti di avanzamento,
eseguiti alternando il sollevamento contemporaneo di braccio sinistro e gamba destra
seguiti da braccio destro e gamba sinistra, con il busto leggermente proteso in avanti.
Questo è uno schema articolato che richiede la presenza di alcuni prerequisiti:
equilibrio, coordinazione motoria e visiva, convergenza visiva, orientamento spaziale e
tono muscolare.
L’esecuzione richiede che il bambino riesca a mantenere il ritmo, velocità e direzione
prestando attenzione nel rimanere nel percorso e di non urtare i compagni. Se ciò non
avviene, può essere un indicatore della mancanza di attenzione visiva coordinata con la
corsa.
Studi hanno costatato come bambini con problemi di grafia non abbiano maturato la
corsa in perfetto schema crociato1.
La corsa viene proposta allo scopo di:
– migliorare l’equilibrio,
– favorire la sensorialità tattile,
– incrementare il coordinamento visivo,
– incrementare il coordinamento motorio,
– aumentare la motilità oculare,
– acquisire o potenziare la convergenza visiva,
– potenziare il tono muscolare,
– favorire l’orientamento nello spazio,
– migliorare il mantenimento dell’attenzione visiva,
– migliorare la respirazione.
LA PRENSIONE DI FORZA
Ad un lato della palestra è posizionata la scala orizzontale, questo attrezzo viene
utilizzato per esercitare la presa di forza. Il bambino viene sollevato dall’educatore e si
aggrappa ad un piolo con entrambe le mani e rimane appeso con i piedi a penzoloni
finchè riesce a mantenere questa posizione, poiché la sua massa corporea e la forza di
gravità lo spingono a terra. Quando ciò non sarà più possibile, il bambino molla la presa
e ricade sui materassi posizionati sotto la scala.
La prensione della mano diventa possibile se il braccio possiede un buon tono
muscolare, ma soprattutto quando i muscoli della schiena riescono a ben stabilizzare
tronco e spalle.
Quindi appendersi alla sbarra o alla scala orizzontale ed eseguire esercizi di prensione di
forza sono utili per rafforzare la tonicità delle spalle, delle braccia e in modo particolare
migliorare l’impugnatura delle mani. In questo esercizio il pollice, gira sotto il piolo e
1 Puigbor Orti, M., Scrivere di corsa. Ricerca sulle correlazioni tra le difficoltà nella grafia ed il
coordinamento senso-motorio, tesi di laurea all’Università degli Studi di Verona, Facoltà di Scienze
Motorie, a.c. 2003-2004.
chiude il pugno attorno ad esso. Molte difficoltà di manualità, si è dimostrato, sono
causate da una rigidità del polso che non ha ancora assunto la mobilità necessaria, in
quanto l’estensione e l’abduzione del polso maturano per ultime.
La corretta maturazione del tono muscolare e la prensione di forza saranno fondamentali
nella grafia funzionale.
La prensione di forza viene proposta ai fini di:
– potenziare il tono muscolare,
– favorisce la sensorialità tattile,
– specializzare e potenziare i muscoli della schiena, tronco e spalle,
– rafforzare la presa di mano,
– migliorare la coordinazione manuale,
– migliorare la capacità manuale,
– migliorare la respirazione, in quanto la posizione adottata con la prensione
favorisce in maniera non eccessiva l’aumento del volume del torace. Ciò
permette di immettere maggiore quantità di ossigeno, alimento nutritivo
principale del cervello2.
LE BRACHIAZIONI
Con il termine brachiazione ci si riferisce a una modalità di locomozione eseguita dal
bambino alla scala orizzontale, partendo da estremità, avanzano alternando la presa di
una mano a un piolo mentre l’altra mano aggancia il piolo successivo e così via.
Questo esercizio richiede forza nella presa di entrambe le mani, poiché per pochi
secondi il peso del corpo viene sorretto da una sola mano. Inoltre tutto il corpo viene
chiamato ad eseguire lo spostamento, mentre una mano è impegnata nella presa, il
cervello organizza i movimenti del tronco, bacino, arti inferiori che seguono la spalla, il
braccio e la mano opposta per cercare di appendersi al piolo successivo3.
Tutto questo schema locomotorio richiede oltre a un buon grado di coordinazione
motoria generale, anche coordinazione oculo-manuale, l’occhio “punta” il piolo che la
mano deve agganciare. Sia nella fase preparatoria sia in quella esecutiva, la visione
contribuisce all’organizzazione motoria dell’esercizio.
Una volta acquisita l’abilità di spostarsi sulla scala orizzontale con le brachiazioni in
avanti, si può passare a eseguirle all’indietro, lateralmente, girando su se stessi.
2 Bertozzi, L., Montanari, L., Mora, I., op. cit., pag. 68.
3 Sangalli, A. L., op. cit., pag. 79.
Le brachiazioni sono utili per:
– potenziare il tono muscolare,
– specializzare e potenziare i muscoli della schiena, tronco e spalle,
– incrementa la coordinazione motoria in sospensione,
– rafforzare la presa di mano,
– migliorare la coordinazione manuale,
– migliorare la capacità manuale,
– migliorare la coordinazione occhio-mano,
– migliorare l’indipendenza delle braccia,
JUDO COME ARTE PER EDUCARE I BAMBINI
“Arrivare a dare incondizionatamente, senza nulla in cambio” è l’idea fondamentale alla base del judo. E’ uno sport che permette di migliorare se stessi e le relazioni con gli altri, poiché equilibra “corpo” (fisicità e materialità), “cuore” (anima, spirito, affettività), “mente” (razionalità). E’ soprattutto utile ai bambini, come sottolinea la nuova generazione di pediatri, perché è uno strumento educativo che insegna valori come la sincerità, l’armonia, la decisione, il coraggio e il rispetto verso l’altro.
Nel corso di Judo ,ai bambini viene insegnato a cadere sul tatami (la materassina per la pratica del judo), a sfogare il loro bisogno di lotta, imparando però a controllarne gli effetti. a prendere coscienza del proprio corpo e delle proprie possibilità.