This WordPress.com site is the bee's knees

Archivio per la categoria ‘sport bambini e ragazzi’

MOVIMENTO E ISTRUZIONE

Sempre più articoli parlano della necessità di far fare attività fisica ai bambini, questo de “la stampa” ne è un esempio:
“Una ricerca statunitense
conferma la relazione positiva
fra l’attività fisica
e i buoni risultati a scuola
PAOLO MASTROLILLI
DALL’INVIATO NEW YORK
Volete che i vostri figli vadano bene a scuola? Fateli correre, saltare, pedalare in bicicletta, praticare qualche sport. Perché ormai è provato scientificamente: le capacità di apprendimento di un bambino sono direttamente proporzionali alla sua forma fisica.

Spesso nelle nostre scuole ci siamo abituati a considerare l’educazione fisica come un’ora rubata allo studio, o come una lunga ricreazione da sprecare facendo nulla. In molti istituti americani l’attività sportiva è stata proprio tagliata o ridotta, per risparmiare soldi e guadagnare tempo da passare sui libri. E’ un errore strategico grave, però, perché le ore passate a praticare sport servono poi proprio a mettere meglio a frutto quelle trascorse ad imparare.

Una ricerca presentata nel maggio scorso all’American College of Sports Medicine aveva dimostrato che i ragazzi di quarta e quinta elementare che correvano, o facevano intensi esercizi fisici prima di un test di matematica, andavano molto meglio di quelli rimasti a sedere. Stesso discorso per uno studio uscito ad agosto su The Journal of Pediatrics, che aveva messo l’apprendimento in relazione al body mass index e ad altre misurazioni della forma. Risultato: chi aveva un fisico più allenato rendeva meglio di un sedentario, anche quando si passava dalla palestra ai libri di inglese e algebra.

Ora è arrivata la terza conferma, grazie ad una ricerca della University of Illinois at Urbana-Champaign, appena pubblicata dalla rivista PLoS One. Gli scienziati hanno messo insieme un gruppo di 48 ragazzi e ragazze, compresi tra i 9 e i 10 anni d’età, e li hanno portati in laboratorio per misurare la loro forma fisica. Quindi hanno separato i migliori 24 dai peggiori 24, portandoli a fare gli stessi esercizi di memorizzazione e di comprensione. Quelli più allenati avevano un tasso di successo del 40%, nei compiti più difficili, contro il 25% dei sedentari.

L’argomento, a questo punto, dovrebbe essere chiuso. Quando vedete dei bambini a scuola che fanno la ricreazione, corrono, giocano a calcio, o praticano qualunque altro sport, sappiate che si stanno preparando a diventare studenti migliori.”

grande onore per Movi-Mente

<a href="http://italiajudo.com/news.asp?id=977
Grandi campioni, medaglie olimpioniche, che si interessano a judogiocando, o meglio a movi-mente 🙂 un grande onore e una grandissima soddisfazione per I soci fondatori

IL CODICE MORALE DEL JUDO

il judo ha un codice morale, stabilito da JIGORO KANO il fondatore del metodo, ed ogni judoka dovrebbe seguirle:

  • L’educazione
  • Il coraggio
  • La sincerità
  • L’onore
  • La modestia
  • Il rispetto
  • Il controllo di sé
  • L’amicizia

Da eliminare invece:

  • la noia
  • l’abitudine
  • l’invidia

 

 si divide in

  • atemi waza
  • nage waza
  • katame waza

cioè colpi, tecniche di proiezioni e tecniche di controllo

 

JUDO GIOCANDO e JUDO BAMBINI

Ecco alcune nozioni per capire meglio di cosa si tratta:

 

JUDO GIOCANDO

Per bambini dai 3 ai 6 anni

Il bambino, in età prescolare, conosce la realtà esterna principalmente attraverso il

movimento. Infatti, fin dalla nascita, sono il corpo e le sue capacità di muoversi,

afferrare, lanciare, strisciare, rotolare, andare in quadrupedia, camminare… che gli

permettono di entrare in contatto con il mondo degli oggetti e con le altre persone.

Procedendo in modo concreto, passo dopo passo, costruisce il proprio pensiero e la

propria individualità, vivendo attivamente le conoscenze.

L’attività motoria, quindi, non ricopre un ruolo secondario nella vita del bambino, ma

deve divenire elemento fondante dell’esperienza esistenziale di ogni individuo, tassello

indispensabile per apprendimenti e conquiste cognitive superiori, fondamentali per il

futuro inserimento alla scuola primaria. Chang e Etnier (2009) affermano che entro i sei

anni il bambino raggiunge il potenziale di un adulto e che le strutture neurofisiologiche

maturano attraverso l’esperienza motoria. Quest’ultima, quindi, stimola l’accrescimento

delle strutture cerebrali preposte alle funzioni cognitive superiori, le stesse strutture

implicate nella scrittura, nella lettura e nel calcolo. Incentivare il bambino a muoversi,

attraverso una proposta educativa “su misura”, quindi, non significa solo offrirgli

esperienze di movimento ma soprattutto incrementare la sua crescita intellettiva.

L’uomo è un essere in divenire: nasce carico di potenzialità che, solo attraverso le

stimolazioni sensoriali e le opportunità motorie offerte dall’ambiente, diventeranno

capacità. Il cervello, non ancora del tutto sviluppato alla nascita, completa la sua

maturazione corticale entro i sei anni di vita, momento in cui le funzioni cerebrali

raggiungono (o dovrebbero raggiungere) il livello più raffinato e sofisticato di sviluppo.

Il progetto JudoGiocando si fonda sul presupposto che attraverso opportunità di

movimento e di sperimentazione del proprio corpo vengono offerte possibilità di

trasformare e incentivare lo sviluppo intellettivo di ogni bambino.

 

 

 

 

Il progetto prevede di fare dei test semestrali sia fisici che cognitivi con l’aiuto di pedagogisti per valutare il progredire del gruppo ed in particolare la crescita effettiva di ogni singolo bambino,

 

 

OBIETTIVI

Il progetto JudoGiocando rivolge la propria attenzione non soltanto allo sviluppo

motorio ma anche a quello intellettivo con l’obiettivo di incentivare l’aumento dei

prerequisiti neuro-motori funzionali all’acquisizioni di competenze strumentali

didattiche. Ad esempio la scrittura, che sembrerebbe una funzione prettamente

cognitiva, è a tutti gli effetti un atto motorio che dipende dalla completa maturazione

neuro-senso-motoria e per questo richiede: controllo di capo e spalle, convergenza

visiva, dominanza emisferica, corretta presa di mano, coordinazione occhio-mano…

Le attività proposte prevedono una serie di strategie ludiche ed educative per arrivare a

eseguire in maniera quantitativamente e qualitativamente crescente cinque esercizi di

base:

1. rotolamento

2. striscio

3. corsa

4. capovolta

5. prensioni di forza e brachiazioni.

L’opportunità di ripetere costantemente questi esercizi, con una frequenza, una durata e

un’intensità sempre maggiori, permette di costruire “un’immagine mentale” del

movimento, o schema motorio, che in seguito sarà appreso ed eseguito

automaticamente. Attraverso questi esercizi avviene una stimolazione sensoriale che, a

livello sottocorticale, produce una riorganizzazione delle connessioni sinaptiche di aree

comuni adibite a funzioni diverse.

In allegato sono spiegati in maniera dettagliata gli esercizi di base e le capacità

neuropsicologiche specifiche impiegate e sviluppate da ciascun esercizio.

Allegato 1:

“Gli esercizi di base del progetto JudoGiocando”

IL ROTOLAMENTO

Il rotolamento è il passaggio da una posizione prona, passando per quella su un fianco, e

raggiungendo quella supina, dopodiché si riesegue la sequenza a ritroso, da supino, sul

fianco e poi prono (posizione iniziale). Il rotolamento rappresenta un movimento di

massa eseguito lungo l’asse corporeo, comporta pochissima attività antigravitaria e poco

equilibrio, essendo la superficie di appoggio estremamente vasta ed il baricentro

mantenuto nel punto più basso possibile.

Nell’esecuzione del rotolamento la maggiore difficoltà che viene riscontrata nei bambini

è l’abilità a seguire una determinata direzione nello spazio. Infatti, la difficoltà sta

nell’impossibilità di mantenere un orientamento nello spazio e una direzione

nell’avanzamento, essendo difficile dare continuità alle mire visive.

Il rotolamento è propedeutico alle capriole e permette un significativo miglioramento di:

– movimento oculare esplorativo sul piano orizzontale;

– propriocezione;

– la sensorialità tattile,

– postura;

– equilibrio,

– controllo postura,

– tono muscolare generale.

LO STRISCIAMENTO

La fase preparatoria allo striscio, il bambino in posizione prona, porta le braccia, con

avambracci flessi, vicino al tronco le mani sono posizionate a livello delle spalle,

lievemente più esterne, mentre le gambe sono leggermente flesse. Nell’esecuzione dello

schema dello striscio il bambino esegue lo spostamento in avanti coordinando in modo

crociato gli arti superiori con quelli inferiori: braccio sinistro flesso in avanti e gamba

destra flessa con ginocchio posizionato esternamente compiono un movimento in

avanti, ora con braccio destro e gamba sinistra.

La resistenza sul corpo creata dalla superficie piana dove si sta svolgendo lo

strisciamento, offre stimolazioni tattili lungo il corpo, attiva una serie di forze che il

soggetto deve utilizzare, deve organizzare i movimenti in schema crociato se vuole

spostarsi in avanti. Oltre che mobilità degli arti anche della colonna vertebrale attiva che

permette al bambino di spingersi in avanti in posizione prona utilizzando le braccia e le

gambe. La visione viene sollecitata a organizzare sul piano orizzontale i due occhi, i

movimenti e diventa uno stimolo sensoriale su tutto il corpo, richiamando sempre ad un

atto motorio intenzionale.

I risultati più interessanti ottenuti attraverso la stimolazione offerta dall’esercizio dello

strisciamento sono:

– miglior il controllo del capo e la sua rotazione,

– differenziazione dell’attività muscolare del tronco,

– facilita l’attività differenziata degli arti inferiori,

– stimolo sensoriale (tatto) su tutto il corpo,

– stimolazione visiva,

– miglioramento del linguaggio,

– miglioramento dell’attenzione al compito,

– maturazione o recupero dominanza emisferica,

– progresso della convergenza visiva,

– miglioramento del coordinamento occhio-umano,

– perfezionamento del cammino.

– miglioramento della corsa in schema crociato,

– aumento di tono muscolare (lettura e scrittura),

– raggiungimento del coordinamento motorio di base,

Se viene eseguito correttamente lo striscio permette il raggiungimento veloce del

coordinamento motorio necessario allo svolgimento delle normali attività fisiche. La

corsa scoordinata è uno dei segnali del mancato raggiungimento di un buono sviluppo

motorio.

 

 

 

LE CAPOVOLTE

La capovolta è uno sbilanciamento del corpo in avanti, con conseguente rotolamento sui

segmenti corporei: nuca, parte alta del dorso, zona lombare, bacino, segue il

ricomponimento degli arti e del corpo e ritorno nella posizione iniziale.

Poiché la capovolta nasce da una perdita di equilibrio del corpo, ovviamente controllata,

si può insegnare tale schema attraverso procedimenti graduali, da seduti, in ginocchio,

da un tappetino rialzato e infine in piedi. Questo tipo di gradualità permette al bambino

di acquisire il controllo del gesto, del proprio corpo e dei propri movimenti, fino a

comprendere l’esatta esecuzione.

È proprio la perdita di posizione e la conquista di una nuova che permette al bambino di

controllare il proprio corpo.

La capovolta risulta utile per i seguenti scopi:

– aumento equilibrio,

– favorisce la sensorialità tattile,

– aumento dell’orientamento nello spazio,

– miglioramento del coordinamento motorio,

– miglioramento della postura,

– aumento tono muscolare,

– miglioramento del cammino,

– apprendimento o miglioramento della corsa in schema crociato,

– miglioramento dell’uso della visione,

– incremento della motilità esplorativa oculare,

– acquisizione dell’indipendenza oculare,

– esperienza tattile sul corpo.

LA CORSA IN SCHEMA CROCIATO

La corsa è un’attività motoria superiore, in quanto richiede al bambino l’attivazione di

schemi senso-motori più elaborati, dal punto di vista della sequenzialità e della velocità

delle azioni.

La corsa in schema crociato consiste in un complesso di movimenti di avanzamento,

eseguiti alternando il sollevamento contemporaneo di braccio sinistro e gamba destra

seguiti da braccio destro e gamba sinistra, con il busto leggermente proteso in avanti.

Questo è uno schema articolato che richiede la presenza di alcuni prerequisiti:

equilibrio, coordinazione motoria e visiva, convergenza visiva, orientamento spaziale e

tono muscolare.

L’esecuzione richiede che il bambino riesca a mantenere il ritmo, velocità e direzione

prestando attenzione nel rimanere nel percorso e di non urtare i compagni. Se ciò non

avviene, può essere un indicatore della mancanza di attenzione visiva coordinata con la

corsa.

Studi hanno costatato come bambini con problemi di grafia non abbiano maturato la

corsa in perfetto schema crociato1.

La corsa viene proposta allo scopo di:

– migliorare l’equilibrio,

– favorire la sensorialità tattile,

– incrementare il coordinamento visivo,

– incrementare il coordinamento motorio,

– aumentare la motilità oculare,

– acquisire o potenziare la convergenza visiva,

– potenziare il tono muscolare,

– favorire l’orientamento nello spazio,

– migliorare il mantenimento dell’attenzione visiva,

– migliorare la respirazione.

LA PRENSIONE DI FORZA

Ad un lato della palestra è posizionata la scala orizzontale, questo attrezzo viene

utilizzato per esercitare la presa di forza. Il bambino viene sollevato dall’educatore e si

aggrappa ad un piolo con entrambe le mani e rimane appeso con i piedi a penzoloni

finchè riesce a mantenere questa posizione, poiché la sua massa corporea e la forza di

gravità lo spingono a terra. Quando ciò non sarà più possibile, il bambino molla la presa

e ricade sui materassi posizionati sotto la scala.

La prensione della mano diventa possibile se il braccio possiede un buon tono

muscolare, ma soprattutto quando i muscoli della schiena riescono a ben stabilizzare

tronco e spalle.

Quindi appendersi alla sbarra o alla scala orizzontale ed eseguire esercizi di prensione di

forza sono utili per rafforzare la tonicità delle spalle, delle braccia e in modo particolare

migliorare l’impugnatura delle mani. In questo esercizio il pollice, gira sotto il piolo e

1 Puigbor Orti, M., Scrivere di corsa. Ricerca sulle correlazioni tra le difficoltà nella grafia ed il

coordinamento senso-motorio, tesi di laurea all’Università degli Studi di Verona, Facoltà di Scienze

Motorie, a.c. 2003-2004.

chiude il pugno attorno ad esso. Molte difficoltà di manualità, si è dimostrato, sono

causate da una rigidità del polso che non ha ancora assunto la mobilità necessaria, in

quanto l’estensione e l’abduzione del polso maturano per ultime.

La corretta maturazione del tono muscolare e la prensione di forza saranno fondamentali

nella grafia funzionale.

La prensione di forza viene proposta ai fini di:

– potenziare il tono muscolare,

– favorisce la sensorialità tattile,

– specializzare e potenziare i muscoli della schiena, tronco e spalle,

– rafforzare la presa di mano,

– migliorare la coordinazione manuale,

– migliorare la capacità manuale,

– migliorare la respirazione, in quanto la posizione adottata con la prensione

favorisce in maniera non eccessiva l’aumento del volume del torace. Ciò

permette di immettere maggiore quantità di ossigeno, alimento nutritivo

principale del cervello2.

LE BRACHIAZIONI

Con il termine brachiazione ci si riferisce a una modalità di locomozione eseguita dal

bambino alla scala orizzontale, partendo da estremità, avanzano alternando la presa di

una mano a un piolo mentre l’altra mano aggancia il piolo successivo e così via.

Questo esercizio richiede forza nella presa di entrambe le mani, poiché per pochi

secondi il peso del corpo viene sorretto da una sola mano. Inoltre tutto il corpo viene

chiamato ad eseguire lo spostamento, mentre una mano è impegnata nella presa, il

cervello organizza i movimenti del tronco, bacino, arti inferiori che seguono la spalla, il

braccio e la mano opposta per cercare di appendersi al piolo successivo3.

Tutto questo schema locomotorio richiede oltre a un buon grado di coordinazione

motoria generale, anche coordinazione oculo-manuale, l’occhio “punta” il piolo che la

mano deve agganciare. Sia nella fase preparatoria sia in quella esecutiva, la visione

contribuisce all’organizzazione motoria dell’esercizio.

Una volta acquisita l’abilità di spostarsi sulla scala orizzontale con le brachiazioni in

avanti, si può passare a eseguirle all’indietro, lateralmente, girando su se stessi.

2 Bertozzi, L., Montanari, L., Mora, I., op. cit., pag. 68.

3 Sangalli, A. L., op. cit., pag. 79.

Le brachiazioni sono utili per:

– potenziare il tono muscolare,

– specializzare e potenziare i muscoli della schiena, tronco e spalle,

– incrementa la coordinazione motoria in sospensione,

– rafforzare la presa di mano,

– migliorare la coordinazione manuale,

– migliorare la capacità manuale,

– migliorare la coordinazione occhio-mano,

– migliorare l’indipendenza delle braccia,

JUDO COME ARTE PER EDUCARE I BAMBINI

“Arrivare a dare incondizionatamente, senza nulla in cambio” è l’idea fondamentale alla base del judo. E’ uno sport che permette di migliorare se stessi e le relazioni con gli altri, poiché equilibra “corpo” (fisicità e materialità), “cuore” (anima, spirito, affettività), “mente” (razionalità). E’ soprattutto utile ai bambini, come sottolinea la nuova generazione di pediatri, perché è uno strumento educativo che insegna valori come la sincerità, l’armonia, la decisione, il coraggio e il rispetto verso l’altro.

Nel corso di Judo ,ai bambini viene insegnato a cadere sul tatami (la materassina per la pratica del judo), a sfogare il loro bisogno di lotta, imparando però a controllarne gli effetti. a prendere coscienza del proprio corpo e delle proprie possibilità.